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Brunetta, 'lavoro e formazione a chi sta per uscire dal carcere'
"Italia non riesce a rispettare articolo 27 della Costituzione"
L'Italia "non riesce a rispondere al dettato dell'articolo 27 della Costituzione, il quale sancisce che le carceri non devono essere afflittive, e soprattutto che hanno come obiettivo il reinserimento e la rieducazione. I detenuti sono 61.000. Sono affetti da sovraffollamento e qualità della vita indecente, tolte le eccezioni di alcune delle 189 carceri che ci sono in Italia". Lo ha detto il presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (Cnel) Renato Brunetta, a Trento per il Festival dell'Economia, in occasione dell'incontro "Scuola, lavoro, formazione in carcere e fuori con l'obiettivo recidiva zero". "Una delle prime cose su cui sto lavorando è dentiere, occhiali e apparecchi acustici. In carcere chi ha bisogno di queste cose e non ha i soldi per comprarsele non le ha. Vi pare possibile?", ha aggiunto Brunetta, che ha parlato anche del progetto "Recidiva zero". "Spendiamo un bel grumo di miliardi per tenere in piedi il sistema carcerario. Ma almeno funziona? No, non funziona. Perché il 70% di chi è stato in carcere ci ritorna. Si chiama recidiva", ha detto. "Altri studi dicono che se nel periodo della privazione della libertà questi individui hanno delle esperienze di scuola, formazione e lavoro la recidiva precipita al 2% e anche allo 0%. Quindi vuol dire che si può pure tenere in piedi il sistema, però almeno rispondendo al dettato costituzionale diamo speranza". In particolare, ha aggiunto il presidente del Cnel, sui "6.000-7.000 che hanno una pena residua di un anno bisognerebbe intervenire subito. Bisogna cominciare a ragionare sull'investimento su scuola, lavoro e formazione intanto per chi sta per uscire".
G.Frei--VB