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Nursing Up, 'Italia fanalino di coda in Europa per infermieri'
"Ne servirebbero almeno 175mila in più, senza sanità a rischio"
"Senza professionisti sanitari l'Italia della Sanità si svuota. Siamo agli ultimi posti d'Europa per numero di infermieri: per allinearci agli standard europei, ne servirebbero almeno 175mila in più". Così Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up, in una nota sottolinea "una situazione ormai critica per il sistema sanitario nazionale, un vuoto che si allarga ogni anno, alimentato dalla fuga dei professionisti, dai ritmi insostenibili e dalla mancanza di investimenti adeguati". Dal report elaborato da Nursing Up che analizza i dati Ocse ed Eurostat, emerge che l'Italia conta tra 6,2 e 6,4 infermieri ogni 1.000 abitanti, un valore in lieve peggioramento rispetto al 6,5 per 1.000 abitanti segnalato nei mesi scorsi a livello ufficiale. "Siamo di fronte a una carenza strutturale profonda che indebolisce giorno dopo giorno la sanità pubblica e compromette il diritto alla salute - continua De Palma -. Non ci sono più margini per ignorare la realtà". La classifica europea vede l'Italia tra gli ultimi posti ben distante da Paesi come Svizzera (18,37), Norvegia (18,01) e Islanda (15,63) infermieri per 1.000 abitanti. Nel confronto con le principali potenze mondiali del G7, l'Italia resta ultima con 6,6 infermieri per 1.000 abitanti, distaccata da Regno Unito (8,7), Giappone (12,1) e Stati Uniti. Anche il settore della formazione rimane fermo: l'Italia è quintultima in Europa per numero di laureati in infermieristica con appena 17 ogni 100mila abitanti nel 2020, mentre Paesi come Malta e Ungheria hanno triplicato i numeri negli ultimi dieci anni. La Svizzera guida con 112 laureati per 100mila abitanti. Il sindacato denuncia inoltre la scarsa attrattività della professione: gli infermieri italiani guadagnano in media 32.600 euro annui, sotto la media Ue di 39.800 euro con punte di 79mila euro in Lussemburgo e 72mila in Belgio. "Anche il rinnovo contrattuale non basta a colmare questo divario. I giovani se ne vanno chi resta è stanco, sottopagato e spesso non riconosciuto -conclude De Palma - Serve un piano straordinario nazionale, una riforma strutturale della professione, investimenti stabili e una nuova visione che riconosca il valore di chi ogni giorno sostiene ospedali, case della salute, Rsa e pronto soccorso. Ignorare questa verità è un atto di irresponsabilità nazionale".
R.Fischer--VB