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Moto: Dovizioso'mi piacerebbe tornare a correre,ma non ha senso'
Ex vice campione mondo:'essere felici arrivando secondi?Dipende'
"I miei amici vorrebbero vedermi in pista e vorrebbero fare un'altra gara, è logico che la voglia da un lato ci sarebbe e anche Yamaha quando abbiamo fatto l'accordo avrebbe voluto che facessi anche le gare, ma non ho dato la possibilità diciamo che sarebbe bello soprattutto con questa moto nuova perché mi piace, ma non ha senso". Parola dell'ex vice campione del mondo in MotoGp Andrea Dovizioso che si è messo a nudo in una conference call con la stampa per svelare i retroscena di DOVI - La Serie, la docu-serie in dieci episodi prodotta da Digital Lighthouse e in onda su Sky e NOW. "Non avrebbe senso spiega - l'ex pilota di Ducati - perché non avrei la velocità per giocarmela davanti, sto girando troppo poco per essere a posto per poter essere competitivo per fare una gara perché ci sono tanti dettagli dove devi essere a posto. Sarebbe più per un gusto personale per fare un weekend gara, ma il resto non sarebbe troppo produttivo anche se l'impostazione di Yamaha attuale é molto buona. Non si potrebbe stare davanti quindi non ha molto senso". Dovizioso è stato campione del mondo 125 nel 2004 e tre volte vicecampione del mondo in MotoGP. Si può essere felici anche arrivando secondi? Per uno sportivo, arrivare secondo può dare soddisfazioni lo stesso? "Dipende come è arrivato il secondo posto e qual è stato il percorso - spiega l'ex pilota della Ducati - I secondi posti che ho fatto con Ducati li ho fatti con tanta soddisfazione, perché arrivavo da anni tosti in cui prendevamo tanti secondi. Quindi, riuscire a tornare competitivi e giocartela con una moto che da tanti anni non si giocava il Mondiale è stata una soddisfazione personale e importante. Dopo tutti quegli anni, io sono riuscito a giocarmi il Mondiale: sono stati tanti i piloti a passare in Ducati, quindi essere stato io a giocarmi il Mondiale è stata una bella soddisfazione. Poi dipende anche contro chi te la giochi: in quegli anni lì Marquez e Honda erano troppo forti e Marc lo sta dimostrando ancora di più quest'anno che ha cambiato moto. Ha quasi 200 punti di distacco. E' da tanto che non si vede più una cosa del genere. È completo in tutto, non ho problemi a riconoscere quando tifare più o meno un pilota: può stare più o meno antipatico, ma bisogna riconoscere ciò che è; se è forte e più completo, buon per lui". Ti sarebbe piaciuto guidare questa Ducati dominante? "Sono momenti diversi da quelli che ho vissuto io - indica 'Dovi' - Quando facevamo podio e vincevamo era una festa vera; adesso è più una lotta tra le Ducati. Quindi, è un momento diverso perché sono riusciti a migliorare su tanti aspetti diversi e di conseguenza hanno fatto la differenza. Chi si sa gestire meglio riesce a vincere, ma negli ultimi anni è sempre tra una Ducati e una Ducati. Quando io mi giocavo le gare, altri piloti non vincevano o succedeva raramente. È una situazione diversa, ma fa parte dello sport e c'è un momento per tutto". Infine Dovizioso parla anche del suo docufilm dove ha dovuto vestire i panni dell'attore? "Quello che ho fatto finora è deciso da me e non per il team. È tutto vero, naturale e collegato alla passione per lo sport, sia momenti belli che momenti difficili. Non sono mai stato un attore - sorride Dovizioso - di conseguenza non mi è pesato e mi è piaciuto ed è quello che faccio veramente, lo vivo come si vede nella serie. Non cerco di modificare, condizionare o migliorare la mia visibilità per diventare più importante. Credo di riuscire a trasmettere il fatto di non dare importanza a queste cose e quindi arrivo in maniera naturale. La differenza la fa anche con chi collabori, soprattutto per chi come me non volendo recitare".
R.Buehler--VB