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Irene Abrigo, la musica aiuta a vivere e a condividere emozioni
La violinista italo-svizzera a Lucignano con il suo festival
(di Luciano Fioramonti) Suonare in un carcere o nelle case di riposo, raccogliere fondi per sostenere negli studi i ragazzi nei luoghi più isolati dell'India, portare la musica "dove è necessario e dove può aiutare". L'impegno sociale occupa una parte importante del percorso artistico di Irene Abrigo, violinista italo-svizzera che nel marzo prossimo volerà a New York per esibirsi per la terza volta alla Carnegie Hall. La musicista aostana, ormai radicata a Zurigo, anima dal 2021 il Lucignano Music Festival, cinque giorni di concerti da camera coinvolgendo anche le scolaresche nel delizioso borgo toscano assieme ad artisti della scena italiana e straniera, il marito violista Jurg Dahler, i pianisti Roberto Prosseda e Alessandra Ammara, il clarinettista Tommaso Lonquich e il violoncellista Daniel Blenduf. Guerra e Pace, tema di forte attualità di questa quinta edizione, ha caratterizzato la scelta del repertorio che ha riservato picchi di grande emozione per l'esecuzione davvero notevole del Quartetto per la Fine del Tempo di Olivier Messiaen, composto nel lager di Gorlitz e suonato per la prima volta nel 1941 dall'autore con altri tre internati del campo. Il concerto conclusivo, il 21 settembre nella chiesa di San Francesco, ha unito la tensione di Shostakovich all'equilibrio e all'armonia di Mozart per aprire spiragli di luce e di speranza. "Oggi la musica è spesso pensata come intrattenimento - dice Abrigo all'ANSA -. Quella che immagino io è una musica di riflessione che dovrebbe far interiorizzare il senso della vita, dell'amore e del rispetto. Suonando musica e ascoltandola si impara a vivere e a respirare insieme, a provare emozioni e a conoscere noi stessi. Meno distratti siamo, più restiamo concentrati su di noi e meglio riusciamo prendere decisioni politiche e sociali, a trattare il prossimo in un altro modo, a ritrovare il senso di stare con gli altri". L'idea di unire alle note la scelta solidale ha trovato forma nell'associazione Pourquoipas. "L'ho fondata a Losanna nel 2015 con l' intento di mettere la musica al servizio della società. Da subito abbiamo avuto grandi collaborazioni, con l'Unhcr per i rifugiati quando questo tema non era ancora esploso in Europa e con il Comitato Olimpico Internazionale per l'educazione sportiva". Anche suonare nella prigione di Losanna ha lasciato il segno. "A colpirmi di più sono state le immagini delle persone. Alcune erano lì da parecchio tempo e non avevano contatti umani con altri. Un detenuto non mi disse nulla, ma porto con me il ricordo del suo sorriso". Con la sua associazione ha raccolto 300mila euro in tre settimane durante l' emergenza Covid per una amica violinista malata di cancro. "Le sue condizioni, purtroppo, erano più gravi di quanto si immaginasse e non ce l'ha fatta. L'ho accompagnata fino alla fine, è stata l'esperienza più dura della mia vita. Da quel dramma sono ripartita anche grazie al Festival di Lucignano". Le case di riposo sono un altro suo punto fermo. "Da sempre anche a Losanna abbiamo suonato nelle strutture che ospitano anziani. Ogni anno nella casa di riposo di Lucignano proponiamo i pezzi in una sorta di prova generale, serve a noi come esperienza e a loro che non possono camminare o uscire. Ormai li conosciamo bene. È stato triste apprendere che pochi mesi fa è mancata una delle nostre più grandi fan". Irene Abrigo ha appena finito di registrare il suo primo disco solistico con le prime tre sonate di Bach che uscirà nei prossimi mesi. Ha poi in programma una collaborazione con la neonata Associazione Ezio Bosso e a novembre suonerà a Budapest alla Liszt Academy. Infine, la Carnegie Hall. "È un onore essere invitata di nuovo dagli amici della Chamber Orchestra di New York diretta da Salvatore Di Vittorio".
T.Suter--VB