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Aya, trentenne tunisina al bivio tra tradizione e modernità
Dopo Venezia in sala 'Una sconosciuta a Tunisi' di M. Barsaoui
La tradizione con le sue ombre, ma anche la modernità priva di etica: Aya (Fatma Sfarr) la protagonista di 'Una sconosciuta a Tunisi' sta esattamente di fronte a questo bivio in cui non si intravede per ora una terza via, eppure è una brava e bella trentenne che vive in una cittadina nel Sud del paese facendo le pulizie in un hotel quattro stelle. Questo il plot di 'Una sconosciuta a Tunisi' di Mehdi M. Barsaoui, al suo secondo film dopo Un figlio (2019), già presentato all'81esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ad Orizzonti e ora in sala dal 24 luglio distribuito da I Wonder. Il regista tunisino racconta questa volta una storia credibile, appassionante e ben scritta, un dramma con venature thriller con al centro il riscatto di una donna vittima di certa cultura tunisina dura a morire. Ecco la storia. Aya è la figlia devota di un'anziana coppia di Tozeur e, da quando ha quattordici anni, mantiene i genitori grazie al suo lavoro. Ogni mattina raggiunge un minivan che la porta assieme ad altri lavoratori all'hotel in cui lavora dove intrattiene una relazione segreta con il direttore Youssef che in cambio la protegge. L'uomo le dice da quattro anni di voler lasciare la moglie e di portarla a Tunisi, ma sono solo false promesse. Sua madre invece le propone di unirsi in matrimonio con un vecchio ricco. Così quando Aya sopravvive miracolosamente ad un incidente d'auto, ma viene invece creduta morta, si sente finalmente libera per la prima volta. Fugge così a Tunisi dove trova, insieme alle sue luci e ad inaspettate libertà mai provate, anche tanti guai. Qui conosce allo stesso tempo la spavalderia della malavita e la corruzione della polizia quando si ritrova ad essere la principale testimone di un abuso della polizia.
B.Baumann--VB