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Calcio: Gasperini, errore chiedere subito risultati ai giovani
'In Italia sbagliamo sui vivai. Barcellona è un esempio'
"In Italia commettiamo l'errore di chiedere subito i risultati anche ai ragazzi dei settori giovanili anziché lasciarli liberi di giocare e di sbagliare. A sei anni giocano già i tornei coi genitori che si azzuffano in tribuna. Si predilige la prestazione fisica su tutto". Così Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta, intervenuto per i saluti di chiusura all'assemblea aperta del Comitato Piccola Industria di Confindustria Bergamo, intitolata "PMI in campo: fare squadra per crescere". "All'Atalanta, certamente, si devono soprattutto valorizzare i giocatori, più che vincere. Si parte dalle qualità dei giovani da sviluppare e io che ho iniziato dai settori giovanili poi ho sempre lavorato con squadre che basavano la loro politica sui giovani. Ma in Italia sui vivai sbagliamo, i club professionistici sono diversi dai dilettanti perché scelgono i ragazzi di una spanna più alti - ragiona Gasperini -. Così non escono campioni e le prime squadre sono zeppe di stranieri. Al Barcellona, invece, a parte Yamal che è un fenomeno, i giovani sono ragazzi normali anche fisicamente. In Spagna rispettano le caratteristiche di un popolo mediterraneo privilegiando la tecnica". Infine, sul concetto di squadra applicato ai nerazzurri: "L'anno scorso mi sono ritrovato con due portieri, l'emergente Carnesecchi e Musso che invece era un investimento della società. Si rischiava il dualismo, invece hanno saputo fare squadra da soli diventando amici - chiude il tecnico atalantino -. Musso a gennaio non aveva trovato squadra ed è diventato il portiere di coppe vincendo l'Europa League. Si sono messi a disposizione l'uno dell'altro diventando amici. Io non ho alcun merito, fino a dicembre li avevo alternati".
H.Weber--VB