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Studio, farmaci e prevenzione riducono rischio morte per infarto
Da colesterolo a pressione alta, con cure calo fino al 3%
Dai farmaci contro il colesterolo alto alle medicine per abbassare la pressione, prescrivere più farmaci per la prevenzione cardiovascolare e più esami di laboratorio e ambulatoriali si traduce in una riduzione fino al 3% dei morti per infarto. Sono i risultati di uno studio condotto da Francesco Mosconi della Ca' Foscari University e della Brunel University di Londra, Elisa Tosetti dell'Università di Padova e coordinato da Giorgio Vittadini dell'Università di Milano Bicocca. La ricerca mostra che al crescere della spesa farmaceutica nei 12 mesi prima dell'evento cardiaco si riduce il rischio di morte del paziente a 30 giorni e ad un anno dal ricovero per l'evento stesso. "Stimando per l'Italia una quota di ricoveri annui per infarto di circa 82,900 in media - spiega Moscone all'ANSA - con le corrette prescrizioni e gli esami ambulatoriali (come la visita cardiologica, l'elettrocardiogramma, ecocardiogramma, holter) si potrebbe ridurre i decessi di 2500 l'anno". Pubblicato sulla rivista Health Policy, lo studio indaga l'impatto della spesa sanitaria sul territorio e sulla mortalità ospedaliera per infarto. I ricercatori hanno utilizzato i dati di 96.778 pazienti ricoverati per infarto miocardico acuto negli anni dal 2007 al 2022 e li hanno confrontati con le informazioni sulla spesa farmaceutica e sulle visite ambulatoriali effettuate nei 12 mesi precedenti il ricovero ospedaliero. "Abbiamo valutato - spiega Moscone - l'impatto causale del costo totale delle prescrizioni pre-ricovero e delle visite ambulatoriali sulla mortalità dei pazienti ospedalizzati. Abbiamo scoperto che l'assistenza sanitaria pre-ricovero, in particolare la spesa farmaceutica, ha un impatto significativo sulla riduzione dei tassi di mortalità all'interno degli ospedali con un aumento del 10% della spesa farmaceutica che porta a una riduzione della mortalità dal 2,7 al 3%". I risultati suggeriscono che una maggiore attenzione all'assistenza primaria e alla gestione farmaceutica potrebbe ottimizzare meglio le risorse sanitarie e migliorare i risultati per i pazienti, concludono gli esperti.
I.Stoeckli--VB