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Mozambico al voto, il partito-Stato ancora senza rivali
Attesa vittoria per Frelimo ma germogli di possibile alternanza
In Mozambico, paese dell'Africa australe di interesse per l'Italia, domani si vota per eleggere il presidente e il parlamento in elezioni generali dal risultato scontato a favore dell'inamovibile partito di governo, il Frelimo. Il "Fronte di Liberazione del Mozambico" è da sempre vanamente contrastato da un solo partito di opposizione, la Renamo, ma stavolta c'è una novità: la nascita di un nuovo "terzo polo" che suggerisce la possibilità, sebbene non immediata, di una vera alternanza nel paese segnato da un terrorismo jihadista in calo ma ancora pericoloso al punto da ostacolare l'estrazione di gas nel nord. Nonostante critiche e dissensi, è prevista una nuova affermazione del Frelimo nell'ex colonia portoghese, indipendente dal 1975: il presidente Filipe Nyusi, non eleggibile per un terzo mandato, cinque anni fa aveva vinto con il 73% dei voti, confermando il dominio incontrastato del partito sin dalle prime elezioni del 1994. Ora il futuro capo di Stato dovrebbe essere Daniel Chapo, un 47enne senza esperienza di governo centrale o politica di rilievo. Ex governatore provinciale, sarebbe il primo presidente mozambicano nato dopo l'indipendenza. L'ex movimento ribelle "Resistenza Nazionale del Mozambico" (Renamo) è in calo di consensi, anche a causa del leader attuale, Ossufo Momade, considerato poco carismatico. Carisma invece aveva il capo dell'Mdm, Daviz Simango, scomparso tre anni fa, causando un rallentamento della formazione. In ascesa e sotto la lente degli osservatori è ora Venâncio Mondlane, un ex Renamo cinquantenne che aveva proclamato di aver vinto le elezioni a sindaco della capitale Maputo lo scorso autunno, ma i risultati ufficiali gli diedero torto alimentando accuse di brogli. Anche se si appoggia a un partitino, Podemos, per poter avere deputati, Mondlane è indipendente e la sua movimentata campagna elettorale ha suscitato molti entusiasmi: a Maputo si dice comunemente che lui rappresenti la vera novità di queste elezioni. Il Mozambico è uno dei nove Paesi africani in cui sono stati lanciati progetti pilota del "Piano Mattei" (in questo caso un centro agroalimentare) e, a parte la costa sud del Mediterraneo e le ex colonie italiane, è probabilmente il Paese con i rapporti più profondi con l'Italia. Il simbolo di questo legame è la mediazione del governo di Roma, della Comunità di Sant'Egidio e della Chiesa cattolica, che pose fine alla guerra civile la quale causò un milione di morti tra il 1975 e il 1992. Dal novembre 2022, Eni sta producendo gas liquefatto dall'impianto offshore "Coral Sul" e punta a un raddoppio. A terra ci sono altri due progetti: uno a guida francese (TotalEnergies, fermato dalle violenze jihadiste, con ripartenza prevista ora per l'inizio del prossimo anno) e un altro americano (ExxonMobil, ancora lontano anni dall'inizio della produzione). La situazione di sicurezza attuale in Mozambico è la migliore osservata dal 2019, quando iniziò il periodo più critico della rivolta jihadista che ha causato 3.000-4.000 vittime e fino a 1,2 milioni di sfollati interni, ora drasticamente diminuiti. I terroristi non hanno più il controllo di città. Tuttavia, i jihadisti compiono ancora azioni mordi e fuggi e si nota una loro ulteriore radicalizzazione ideologica, in precedenza più diluita da moventi sociali.
A.Kunz--VB