Volkswacht Bodensee - E' pronta la microscopia del futuro, non è invasiva

E' pronta la microscopia del futuro, non è invasiva
E' pronta la microscopia del futuro, non è invasiva

E' pronta la microscopia del futuro, non è invasiva

Lo indica il documento redatto da 33 enti di ricerca, 5 italiani

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E' matura la tecnica che permette di analizzare le proprietà meccaniche delle cellule in modo non invasivo e che permetterà di comprendere meglio alcune malattie neurodegenerative e del neurosviluppo. Si chiama microscopia Brillouin e il documento che ne sancisce la maturità scientifica è pubblicato sulla rivista Nature Photonics da 33 centri di Europa, Stati Uniti e Asia. L'Italia ha partecipato con 5 fra centri di ricerca e aziende: Istituto Italiano di Tecnologia di Roma, Istituto Officina dei Materiali del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Perugia, Università di Perugia e le aziende Specto di Milano e Crest Optics di Roma. Nell'articolo i ricercatori stabiliscono in modo condiviso requisiti fondamentali e possibili applicazioni della tecnica, ponendo le basi per il suo riconoscimento ufficiale e lo sviluppo futuro. La tecnica ha il nome del fisico francese Léon Brillouin, che nel 1921 descrisse per la prima volta l'effetto che è alla base del nuovo microscopio. In realtà lo stesso fenomeno era stato descritto nel 1920 dal fisico sovietico Leonid Isaakovič Mandel'štam, ma pubblicato solo su una rivista scientifica russa e rimasto così sconosciuto al resto della comunità scientifica. L'effetto Brillouin è stato applicato alla microscopia solo nel 2010 e dopo 15 anni di sviluppo la tecnologia può ora essere considerata matura. La sua caratteristica è permettere di osservare il comportamento delle cellule in vivo e in tempo reale, con un grande dettaglio, senza alterarne la struttura e senza interferire con i loro processi biologici, rilevandone proprietà fondamentali come elasticità, rigidità e viscosità, questa tecnologia. Le prospettive più interessanti riguardano la possibilità di studiare più in dettaglio malattie del neurosviluppo, come la sindrome di Kabuki, e malattie neurodegenerative, come Alzheimer, Parkinson, demenza senile e Sclerosi laterale amiotrofica, fornendo informazioni preziose per la diagnosi precoce e per terapie più mirate.

A.Kunz--VB