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Ucciso in piazza: famiglia rifiuta risarcimento di 220mila euro
Legali, 'non vogliono un risarcimento del danno ma giustizia'
In apertura dell'udienza preliminare che vede imputato, con l'accusa di omicidio volontario, Massimo Adriatici, 50 anni, la difesa ha ribadito la volontà di risarcire i familiari di Younes El Boussettaoui, 39enne marocchino ucciso la sera del 20 luglio 2021 in piazza Meardi a Voghera (Pavia) da un colpo partito dalla pistola dell'ex assessore alla Sicurezza del comune oltrepadano. Sono stati depositati due assegni per complessivi 220mila euro ma la proposta non è stata accettata dagli avvocati di parte civile. "La famiglia non vuole semplicemente un risarcimento del danno - ha sottolineato Debora Piazza, legale dei familiari di Younes insieme a Marco Romagnoli -. I familiari di Younes vogliono giustizia, e questo sin dall'inizio dell'indagine. Erano già stati depositati degli assegni mesi fa davanti a un notaio, e la famiglia non aveva accettato la proposta". "La somma proposta come risarcimento non restituisce l'esatto valore del danno che i familiari della vittima hanno subito - ha aggiunto l'avvocato Romagnoli -. Se la famiglia dovrà essere risarcita, dovrà essere un giudice a stabilire quanto e come". Bahija, sorella di Younes, ha sottolineato che "finalmente, per la morte di mia fratello, l'accusa è quella di omicidio volontario. Sarebbe dovuto essere così sin dall'inizio". Il 6 novembre 2024 la giudice Valentina Nevoso aveva chiesto alla Procura di Pavia di modificare il capo di imputazione che nel primo processo era eccesso colposo di legittima difesa. Nella sua ordinanza la giudice aveva elencato tutte le condotte di Adriatici che non giustificherebbero la legittima difesa. Anche in qualità di ex poliziotto, aveva sostenuto, avrebbe potuto valutare meglio la situazione e sparare altrove, ad esempio alle gambe. Dopo aver letto le motivazioni, la giudice Nevoso aveva chiesto la riqualificazione del reato in omicidio volontario con dolo eventuale e quindi la trasmissione degli atti in Procura. Nella sua requisitoria, il pubblico ministero Roberto Valli aveva formulato la richiesta di una condanna a 3 anni e 6 mesi per eccesso colposo di legittima difesa, mentre gli avvocati della difesa avevano chiesto l'assoluzione. In seguito alla trasmissione degli atti alla Procura, il pm Valli ha deciso di rinunciare all'indagine che è stata presa in carico direttamente dal procuratore Fabio Napoleone e dal procuratore aggiunto Stefano Civardi.
K.Sutter--VB