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In Birmania riparte la guerriglia fra milizie entiche e giunta
Scontri fra i militari e miliziani Karen sul confine thailandese
Dopo giorni di calma relativa, sono ripresi gli scontri armati in Birmania fra gruppi etnici e i militari che rispondono alla giunta che ha preso il potere con un golpe militare nel febbraio del 2021: scontri si sono verificati a ridosso del confine con la Thailandia, nel sud-est del Paese, dove i miliziani dell'Unione nazionale Karen (Knu), espressione dell'omonima etnia, un mese fa aveva costretto l'esercito a ritirarsi dalla città di Myawaddy, nello stato di Kayin (o Karen). I militari, nei giorni scorsi si erano ritirati sotto a un ponte che collega Myawaddy con la città thailandese di Mae Sot, secondo quanto dichiarato dal Knu. Fonti thailandesi dalla vicina Mae Sot confermano nelle ultime ore una "intensificazione" dei combattimenti, mentre circa 2.000 civili avrebbero attraversato il confine e sarebbero entrati in territorio thailandese, accolti da profughi. Latente durante il decennio di democrazia, la ribellione armata delle etnie contro il potere centrale in Birmania è ripreso con forza dopo il colpo di stato dei militari. Questi ultimi, pur avendo represso nel sangue il dissenso nelle città, non riescono ad avere ragione delle insurrezioni periferiche e la minaccia per la giunta sta crescendo di mese in mese, infliggendo loro gravi perdite. Particolarmente duro è stata per i militari il colpo della perdita del controllo su Myawaddy e di conseguenza sul commercio di merci per un valore di oltre un miliardo di dollari che vi è transitato solo negli ultimi 12 mesi.
W.Huber--VB