-
Calcio: Gualtieri 'siamo all'ultima tappa per stadio Roma'
-
Calcio: De Jong come Rabiot, 'Barca a Miami? è sbagliato'
-
Cdm, Garrone nominato presidente del Gaslini di Genova
-
Alternativa alla terapia Car-T da cellule immunitarie modificate
-
Oftalmologi, 'cure d'eccellenza per i cittadini e basta attese'
-
Von der Leyen, accordo è l'occasione per una pace duratura
-
Smotrich, 'non voterò a favore dell'accordo su Gaza'
-
Media, 'oggi governo Israele esaminerà accordo e ritiro Idf'
-
Kallas, 'l'accordo per Gaza una svolta, l'Ue lo sostiene'
-
Fonte Hamas, 1.950 prigionieri liberi per 20 ostaggi vivi
-
Mossa (Banca Generali), 'obiettivo raccolta a oltre 6 miliardi'
-
Al via partnership Alleanza-Banca Generali nell'insurbanking
-
Borsa: l'Europa apre in cauto rialzo, Parigi +0,17%
-
Antitrust, sanzione 5 milioni a società autonoleggio ALD
-
Prezzo petrolio poco mosso, Wti scambiato a 62,55 dollari
-
Euro poco mosso, scambiato a 1,1641 dollari
-
Prezzo oro poco mosso, Spot scambiato a 4.037 dollari
-
Raid russi sulla regione ucraina di Sumy, almeno 3 morti
-
Hamas, raggiunto accordo, grazie a mediatori e Trump
-
Media, ostaggi liberi in una sola volta, senza cerimonie
-
Media, gli abitanti di Gaza festeggiano per le strade
-
Netanyahu, ringrazio Trump, sacra missione liberare rapiti
-
La firma dell'accordo di pace domani alle 11
-
Trump,Israele e Hamas hanno firmato la prima fase del piano pace
-
Axios, un accordo su Gaza forse già stasera
-
Giorgetti, intendiamo prorogare detrazione 50% su prima casa
-
Egonu, 'grazie a vittorie sportive passi avanti contro razzismo'
-
Sci: consorzio Val di Fiemme-Obereggen presenta novità 2025-2026
-
Giorgetti, 'Pil in accelerazione, ma stima anno prudenziale'
-
Fed, 'appropriato ridurre ulteriormente i tassi quest'anno'
-
80% italiani fa fitness per il benessere mentale e psicologico
-
Al via il più grande e potente osservatorio per i raggi gamma
-
Calcio: Lazio; distorsione alla caviglia destra per Dia
-
Pallavolo: De Giorgi ad Anzani, "Ritiro? Ora gioca poi parliamo"
-
Red Bull dance your style, a Los Angeles la finale mondiale
-
Seeing Red di Montezemolo arriva a Roma tra ministri e campioni
-
Intrattenimento virtuale in Rsa, Progetto Ciao! arriva in Spagna
-
Premiati al Tevere Remo a Roma giovani atleti di Valore Olimpico
-
Tron: Ares, Leto guerriero in IA scopre il mondo reale
-
A Rovigo un nuovo laboratorio per l'Einstein Telescope
-
Il gas chiude in rialzo ad Amsterdam (-1,64%)
-
Il Lac di Lugano festeggia 10 anni con Chung e il jazz
-
Rsu Teatro La Fenice, sciopero venerdì 17 ottobre
-
Iveco inaugura una pista prove rinnovata in Germania
-
Borsa: Milano chiude in rialzo +0,9% con Prysmian
-
Wagner avvicina Santa Cecilia e Opera Roma, nasce collaborazione
-
Nicole Kidman regina della moda sulla copertina di Vogue
-
L'Ue getta le basi per istituto scientifico virtuale per l'IA
-
'Cinevox ReFramed', musica del cinema d'autore
-
Manfredi, pallavolo realtà che educa e forma
Ivana: Dal buio del Fentanyl
«Il fentanyl era la risposta al mio disagio». È la frase con cui Ivana, oggi 28enne, sintetizza un passato di sofferenza e di dipendenza da oppioidi. La sua testimonianza, raccontata nel terzo episodio (EP.3) di una serie di interviste divulgative, è la cronaca di una caduta e di una risalita che parlano a molte famiglie italiane.
Figlia di due medici, cresciuta tra Arezzo e le radici ugandesi trasmesse dalla nonna, Ivana descrive un’infanzia serena incrinata all’ingresso nell’adolescenza: isolamento, episodi di razzismo, la sensazione di non appartenere. Prima l’alcol, poi – durante il liceo – il salto ai farmaci presenti in casa: morfina e soprattutto fentanyl, un oppioide sintetico potentissimo. Non cercava “lo sballo”, dice, ma l’anestesia emotiva: spegnere dolore, ansia, inadeguatezza. La tolleranza è cresciuta, così come le crisi d’astinenza, fino a chiuderla per mesi in un appartamento, prigioniera di un consumo incessante.
Nel tentativo di ricucire le ferite identitarie, i familiari la mandano per un periodo in Uganda. Lì, una rapina finita in tragedia – lo zio ucciso e lei stessa ferita – segna un’ulteriore frattura. Al ritorno in Italia, la dipendenza riprende il sopravvento. La svolta arriva grazie alla nonna: a 80 anni lascia tutto, la accompagna in una clinica di disintossicazione a Verona e poi in comunità. È in quel contesto che Ivana impara a raccontarsi, ad accettare la vulnerabilità e a costruire nuove abitudini.
In comunità scopre la corsa. Non come gara, ma come ascolto di sé. Chilometro dopo chilometro, arriva a concludere la sua prima maratona a Verona. Nel frattempo riemerge un desiderio antico, cresciuto in una casa di camici e stetoscopi: studiare Medicina. Oggi Ivana è iscritta al secondo anno e vive a Firenze. Il suo messaggio ai coetanei è netto: chiedere aiuto funziona; la rete di cura e di prossimità – famiglia, comunità, professionisti – può salvare la vita.
Il caso personale non va letto fuori contesto. Il fentanyl è un analgesico oppioide di potenza eccezionale (decine di volte superiore alla morfina) con effetti terapeutici imprescindibili in ambito clinico, ma capace – se usato fuori controllo medico – di indurre rapidamente dipendenza e di provocare overdose per depressione respiratoria. L’antidoto di riferimento, il naloxone, può invertire l’overdose se somministrato tempestivamente, ma l’elevata potenza degli analoghi impone formazione capillare e risposta rapida.
L’Italia, pur non registrando i numeri degli Stati Uniti, ha alzato il livello di guardia. Nel 2024 è stato varato un Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e altri oppioidi sintetici, con azioni coordinate: monitoraggio dei mercati, allerta rapida, tracciamento delle prescrizioni anomale, formazione degli operatori sanitari e della rete di emergenza, sensibilizzazione dei servizi territoriali. Nello stesso anno, un campione di eroina venduta a Perugia è risultato contenere una quota di fentanyl: un episodio che ha fatto scattare procedure di allerta e rafforzato i controlli.
Sul fronte europeo, nell’agosto 2025 sono entrate in vigore nuove misure sui precursori chimici utilizzati nelle sintesi illecite, con l’inclusione di due intermedi chiave tra le sostanze più rigidamente controllate. È un tassello cruciale: limitare a monte i mattoni chimici rende più difficile produrre fentanyl e analoghi destinati al mercato illegale.
La storia di Ivana non è un’eccezione miracolistica, ma l’evidenza che prevenzione, cura e comunità funzionano. Tre i punti che emergono con forza:
1) Riconoscere presto il disagio – ansia, isolamento e discriminazione sono fattori di rischio reali; ignorarli apre la strada all’automedicazione pericolosa.
2) Abbattere lo stigma – chi chiede aiuto non è “debole”: è competente sul proprio benessere. Lo stigma ritarda l’accesso alle cure.
3) Integrare le risposte – medicina delle dipendenze, psicoterapia, interventi sul contesto di vita e strumenti di riduzione del danno (incluso l’accesso al naloxone) devono coesistere.
Nel suo EP.3, Ivana consegna una bussola a studenti, famiglie e decisori: dare parole al dolore, chiedere aiuto e pretenderlo, sostenere chi cura. È così che si spezza l’equazione tossica “disagio = oppioidi” e si restituisce alle persone la possibilità di futuro.

Meta e i servizi digitali?

UE: densità di auto pro capite?

Klaus Welle: Europa in transizione

UE: Tabacco e Vaping?

UE: Troppe chat ed email?

UE: Tassazione delle piattaforme online?

Indipendenza energetica nell'UE

L'Italia è in coda per tasso di natalità!

UE: Spese militari in aumento!

Anno culturale 2024: Tra Qatar e Marocco

UNRWA: Situazione umanitaria catastrofica a Gaza
