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Torna a Macerata il Rigoletto pulp del regista Grazzini
"Non per provocare, ma per far riflettere sul presente"
di Federica Acqua Torna all'Arena Sferisterio il 19 luglio prossimo per il 61/o Macerata Opera Festival, il Rigoletto pulp del regista Federico Grazzini, che dopo le fortunate rappresentazioni del 2015 e del 2019 riallestisce l'opera verdiana (1851) in un luna park dismesso, perimetro fisico e simbolico del degrado morale dei suoi protagonisti trasformati in malavitosi contemporanei violenti e brutali. "Non per provocare, - asserisce il regista in un'intervista all'ANSA - ma per interessare e commuovere, perché i capolavori dell'opera lirica non sono per noi lettera morta, ma devono indurre a riflettere sul presente". Tratta dal dramma di Victor Hugo "Le roi s'amuse" (il re si diverte) su libretto di Francesco Maria Piave, la vicenda è ambientata a Mantova nel XVI secolo, dove il suo duca, padrone incontrastato della città, non si fa scrupolo, aizzato e appoggiato dai suoi cortigiani, di sedurre tutte le donne che gli vengono a tiro, ivi compresa la giovane e casta figlia del Conte di Monterone, che giurerà di vendicarsi anche contro Rigoletto, il deforme buffone di corte. Ma Rigoletto è a sua volta padre amorevole e protettivo fino all'ossessione di Gilda, guardata a vista dalla domestica Giovanna, che tuttavia l'asseconda quando la giovane s'innamora di uno studente sotto le cui spoglie si nasconde però il duca per conquistarla. Credendola l'amante del buffone, i cortigiani la rapiscono con la complicità dello stesso Rigoletto, che crede si tratti di un'altra fiamma del duca e la consegnano al loro signore che la seduce. Scoperto il tragico inganno, Rigoletto incarica il sicario Sparafucile di assassinare il duca, ma Gilda, venuta a conoscenza del progetto, si fa uccidere al suo posto sacrificandosi per amore. "Ho scelto il luna park - racconta Grazzini - perché Rigoletto è un giullare, un clown, e l'immagine del suo ghigno campeggia in alto sulla scena per identificare simbolicamente la sua deformità morale. Un allestimento suggerito dalla drammaturgia dell'opera, che ora come allora c'insegna che non può esistere una sfera privata dove regnano l'amore e la moralità ed una pubblica che consente ogni nefandezza. Un monito - conclude - ad assumersi le responsabilità delle proprie azioni". I protagonisti si muoveranno dunque in una scena di degrado fatta di tendoni, con le luci delle insegne del luna park fulminate e come unici arredi il botteghino della biglietteria, un furgoncino malmesso, una roulotte e qualche panchina. "Sostanzialmente - precisa Grazzini - non ci saranno modifiche rispetto alle edizioni precedenti, ma la differenza la faranno i cantanti, portando ognuno la propria esperienza. In particolare quelli stranieri, che proprio per questo motivo non sono appesantiti da tutti quei cliché ed errori drammaturgici che caratterizzano l'esecuzione di opere molto rappresentate nel corso del tempo. In più i giovani, cresciuti tra il cinema e le serie tivù, sono in grado d'interpretare il loro ruolo in maniera molto più dinamica in un dialogo coerente tra azione e musica". A farlo sul palco per la direzione di Jordi Bernacer sul podio della Form, ci saranno: Nikoloz Lagvilava /Damiano Salerno (Rigoletto), Ivan Magrì (Duca di Mantova), Ruth Iniesta (Gilda), Luca Park, (Sparafucile), Carlotta Vichi (Maddalena), Alexandra Meteleva (Giovanna), Alberto Comes ( Monterone). Scene di Andrea Belli, costumi di Valeria Donata Bettella. Coro Lirico Marchigiano 'V. Bellini'.
L.Meier--VB