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Niccolò Fabi, "ho detto tanti no per la voglia di stare bene"
Esce nuovo album. "A 56 anni non penso alle aspettative altrui"
"A 56 anni, rispetto a un tempo passato, riconosco un sempre maggiore e pericoloso disinteresse nei confronti delle aspettative altrui". Niccolò Fabi non ha mai smesso di aver voglia di fare musica, ma ammette "un evidente calo di furore creativo rispetto a quello che avevo 20-30 anni fa, ma continuare a scrivere canzoni è sinonimo di una grande libertà espressiva". Quella che lo ha portato a realizzare Libertà negli occhi, il nuovo album di inediti, composto da 9 nuove canzoni frutto di un viaggio intimo e collettivo allo stesso tempo, perché è stato realizzato con i suoi musicisti in una baita in Val di Sole, in Trentino (negli stessi luoghi del pluripremiato film Vermiglio), dove sarà presentato il 14 giugno, poi in autunno il tour teatrale. "Abbiamo lavorato lontano da tutto e da tutti, lontano dalla comfort zone. Il disagio, la scomodità sono il più grande pungolo alla creatività, a dare luce a qualcosa: le mie canzoni possono essere belle o brutte ma luccicano, non sono opache con uno strato di polvere sopra", racconta il cantautore romano. Libertà negli occhi arriva a cinque anni dall'ultimo lavoro e a quasi un anno dal concerto al Circo Massimo con gli amici di sempre Daniele Silvestri e Max Gazzè, per i dieci anni de Il padrone della festa. "Mi è rimasto un grande divertimento, una grande evasione che è un po' il filo conduttore di tutta la storia con Max e Daniele. La possibilità di ridimensionare l'importanza di sé: la nostra è una meravigliosa terapia contro il solipsismo", spiega. Oltre a risentire dell'ambiente in cui sono state lavorate, Libertà negli occhi è il frutto "delle visioni, della sensibilità di un uomo che ha quasi 60 anni e che quindi vede le cose, i rapporti interpersonali, le guerre nel mondo, un cesto di frutta, un tramonto come la conseguenza di una serie di esperienze vissute. E con la consapevolezza di saper rinunciare a tante cose senza rimpianti". Perché, come ammette lui stesso, "sono stato molto più bravo a dire no, che sì. Ma non me ne pento, perché non avrei potuto fare altrimenti: sono stati dettati dalla ricerca di stare bene".
T.Zimmermann--VB