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Bruni Tedeschi, 'sono femminista ma non odio gli uomini'
L'attrice alle prese con maternità in L'attachement di Tardieu
'L'attachement' della regista Carine Tardieu, apertura del Rendez Vous - Festival del nuovo cinema francese, in corso a Roma, è un film delicato sugli affetti più nascosti, che a volte sono anche quelli più forti, con protagonista assoluta un'immensa Valeria Bruni Tedeschi nei panni di Sandra, cinquantenne fiera della sua indipendenza come dei suoi molti libri. Il problema è che nell'appartamento di fronte al suo c'è il povero Alex (Pio Marmaï) che ha appena perso la moglie, morta durante il parto, e che ora deve gestire, oltre alla neonata Lucille, anche Elliot, sei anni, a cui la donna si lega sempre di più dal momento in cui il bambino la vede come un surrogato della madre. Che cosa accade in questa donna molto lontana, almeno apparentemente, dalle nevrosi dei personaggi tipici di Valeria Bruni Tedeschi e che gestisce una libreria specializzata nel femminismo? Accade che quella maternità e quella famiglia delle quali si è privata, forse anche per una madre troppo indipendente e radical-femminista anni Settanta (la straordinaria Marie-Christine Barrault), entrano nella sua vita da single nel modo più indiretto, attraverso la frequentazione di Alex e dei suoi due figli che le fanno intravedere una prospettiva di vita verso cui forse si sentiva impreparata. "Oggi l'uomo è molto in difficoltà, il suo rapporto con le donne è stato messo in discussione e questo è anche un bene, ma non aderisco all'odio, al disprezzo, alla misoginia al contrario che trovo un po' ottusa. Non mi piace la semplificazione dell'essere umano che invece è una cosa complessa. Non si possono fare film come fossero dei compitini, con dei pregiudizi. Il moralismo oggi in Francia lo trovo pericoloso. Anche per questo un film bellissimo come L'Arte della Gioia, un capolavoro, ha problemi ad essere comprato perché in Francia si cancella appunto la complessità dell'uomo".
A.Zbinden--VB