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Amadeo Giannini, il 'banchiere di tutti' che lanciò Hollywood
Targa al creatore della Bank of America, la sua storia in un doc
(di Lucia Magi) Senza di lui non ci sarebbe 'Biancaneve': il giovane Walt Disney non avrebbe trovato i soldi per il suo primo lungometraggio. Non ci sarebbe 'Via col vento', l'epopea di Victor Fleming dal budget insostenibile per un'industria che muoveva i primi passi. E Frank Capra non avrebbe mai concepito la storia sul banchiere buono di 'La vita è meravigliosa', del 1946. Hollywood non avrebbe alcuni dei suoi primi capolavori, e molte opere pubbliche dell'epoca non sarebbero state finanziate. Per esempio, la città di San Francisco non avrebbe il suo simbolo più celebre, il Golden Gate Bridge. Lui è Amadeo Peter Giannini, imprenditore illuminato e figlio di immigrati genovesi. Nato a San José, nella Bay Area, nel 1870, è l'italo americano che ha cambiato per sempre il volto della finanza americana, fondando quella che sarebbe diventata la Bank of America. Uno che prestava denaro agli agricoltori quando nessuno lo faceva, che aiutava le famiglie immigrate a comprare casa, che apriva conti correnti alle donne senza la firma del marito, che ricostruiva dopo il devastante terremoto del 1906 offrendo credito sulla fiducia, direttamente da un banchetto di legno tra le macerie. A 76 anni dalla morte, a Giannini è stata dedicata una targa commemorativa a North Beach, il quartiere italo americano della città californiana. Dal 2023, l'associazione Little Italy celebra figure chiave della comunità posando placche in bronzo lungo i marciapiedi del quartiere: "Questa targa è più di un semplice tributo: è un faro. Simboleggia come la visione di un uomo abbia dato forza a intere generazioni. Non è solo un riconoscimento, ma anche una guida, che collega la nostra comunità al più ampio racconto culturale dell'innovazione e della resilienza americana", ha detto Gina von Esmarch, presidente della San Francisco Little Italy Honor Walk. Ma se questo racconto è tornato alla luce, il merito è anche di un altro italiano, arrivato più di un secolo dopo: Davide Fiore. Torinese, trapiantato nella Bay Area nel 2017, Fiore camminava un giorno per le strade della città quando ha notato una piccola placca fuori dalla vecchia sede della Bank of America. "Era quasi invisibile. Mi sono fermato, ho letto il nome. E mi sono chiesto: possibile che nessuno abbia raccontato davvero questa storia?". È cominciata così la sua inchiesta personale. Ha fermato per strada le nipoti di Giannini, rintracciato testimoni, consultato archivi, bussato a molte porte. Alla fine ha realizzato 'A Little Fellow', unico documentario approvato dalla famiglia, oggi proiettato in sale stracolme tra Los Angeles e San Francisco, già premiato al Coliseum International Film Festival di Roma e al Cinequest della Silicon Valley, una vittoria che lo mette in gara per l'Oscar. Il titolo richiama il cuore della visione di Giannini: il "piccolo risparmiatore". "L'operaio, il pescatore, l'immigrato italiano o cinese (all'epoca guardati con simile sospetto), le donne. Le persone che nessuna banca voleva servire - spiega Fiore -. Quando nel 1904 fondò la sua prima banca, la Bank of Italy, dopo aver lasciato il consiglio di amministrazione del suocero, lo fece con l'idea - allora radicale - che tutti dovessero avere accesso a un conto e al credito, anche se non possedevano proprietà". Per ricostruire questa parabola, Fiore ha intervistato storici, economisti, fotografi e le nipoti di Giannini, Virginia Hammerness e Anne McWilliams. "È stato molto commovente parlare con Alessandro Baccari, fotografo e suo amico. Interrompeva spesso il racconto sopraffatto dall'emozione. Ha ricordato un consiglio ricevuto da Giannini da ragazzo: 'Non cambiare il tuo nome. Alessandro è chi sei. Non vergognarti del luogo da cui vieni'. Oltre al messaggio "di grande attualità, purtroppo" su quanto gli Stati Uniti siano costruiti sul genio e sull'impegno degli immigrati, il regista, nemmeno quarantenne, è stato colpito da un altro aspetto: "I pezzi grossi non devono guadagnare cifre spropositate rispetto ai dipendenti, rispetto a chi costruisce la loro fortuna. Il loro scopo non dovrebbe essere quello di accumulare, ma di restituire alla comunità, di investire per il progresso e la felicità di tutti".
R.Buehler--VB