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Giardino di suoni e culture, il mondo alla Filarmonica Romana
Festival da 19 giugno al 3 luglio 25 appuntamenti, 190 artisti
(di Luciano Fioramonti) Un giardino botanico e sonoro dove si incrociano esperienze, suggestioni e stimoli pescando nelle culture del mondo, uno spazio verde nel cuore di Roma che dal 19 giugno al 10 luglio accoglierà 190 artisti italiani e internazionali in 25 appuntamenti per un lungo viaggio nelle tradizioni nelle novità musicali di tante nazioni - dall' Alaska al bacino del Mediterraneo, al Giappone - in serate che offriranno quasi sempre due appuntamenti, alle 20 e alle 21:30. E' intitolata ''Il canto della Culture'', la rassegna estiva dell' Accademia Filarmonica Romana organizzata con il contributo delle ambasciate e degli istituti di cultura stranieri presentati a Roma. ''Un piccolo grande festival - così lo ha descritto il presidente Paolo Baratta - che si vuole confermare come luogo di incontro internazionale, come una pluralità di voci utili nel tempo che viviamo quando tentazioni di ascoltare solo sè stessi vagolano per il mondo, e per far conoscere quanto queste istituzioni fanno per arricchire la vita musicale a Roma". Nel giardino della Filarmonica, in via Flaminia, a due passi da Piazza del Popolo, si ascolteranno i ritmi e i suoni da Armenia, Georgia, Germania, Iran, Stati Uniti, Austria, Polonia, Argentina, Messico e Colombia. ''Un canto di culture diverse riunite in un' unica voce'' ha detto il direttore artistico Domenico Curi riferendosi alla risposta che in questo modo si vuole dare ''a chi ha paura dell' altro''. L' inaugurazione, il 19 giugno alle 21, è affidata ensemble italiano Blow Up Percussion con i giovani percussionisti del Conservatorio di Latina che eseguiranno Inuksuit (2009) del compositore statunitense John Luter Adams, ispirata al mondo naturale e ai paesaggi sonori che il compositore ha sperimentato in Alaska, dove ha vissuto per quasi quarant'anni. Il gran finale, il 10 luglio, è dedicato alla grande tradizione musicale colombiana con lo spettacolo della Colombian Latin Jazz, inserito nelle celebrazioni della festa nazionale del paese suadamericano. In mezzo, un cartellone che è un ricco puzzle di stili e forme sonore, dal mix di mediterraneo e tunisia del clarinettista Gabriele Mirabassi e il suonatore di oud Ziad Trabelsi, alle suggestioni di Erik Satie del pianista Luca Ciammarughi, al racconto in musica di Argentina e Italia accostando due giganti, Astor Piazzola ed Ennio Morricone, grazie al bandoneon di Gabriela Galì, il violoncello di Daria Rossi Poisa al flauto di Maurizio Ziomi. E ancora, una serata dedicata alla chitarra classica a ''Swing Opera'', i capolavori della lirica rilette in chiave swing dalla mezzosoprano Chiara Osella e il gruppo Accordi Disaccordi. Spazio alla Cultura iraniana, e ai canti persiani accostati al tributo a Ravel, l'omaggio ai 70 anni del compositore romano Matteo d' Amico, l' esibizione il 28 giugno dell' orchestra classica della scuola popolare di Musica di Testaccio diretta da MAssimo Munari e dell' Orchestra Arios diretta da Antonio Viri. Completano il programma melodie armene, i tamburi del gruppo giapponese radicato in Italia dei Munedaiko,uno sguardo a Wagner, l'omaggio a Giorgio Strehler e a Luciano Damiani con lo spettacolo che rievoca il loro 'Prima della tempesta', una serata tra Italia e America, e una full immersion nella musica messicana.
F.Stadler--VB