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Castellitto e Bellocchio, 'noi manager atipici' nel cinema
Al Cinema Ritrovato l'incontro tra i due registi
Manager 'atipici': sono Sergio Castellitto, presidente del Centro Sperimentale di cinematografia a Roma e Marco Bellocchio, a capo della Cineteca di Bologna. Uno accanto all'altro a Bologna hanno parlato di sogni e bisogni della cultura del grande schermo. Ma anche dei set che hanno vissuto insieme. "Il Centro Sperimentale di Cinematografia è un posto seducente e ammaliante: solo passeggiare per i suoi corridoi, gli stessi che hanno vissuto la presenza per diversi anni di Roberto Rossellini, significa provare una emozione del tutto particolare" ha detto il presidente Sergio Castellitto, il 28 giugno, a Bologna, al cinema Modernissimo. "Ho un rapporto del tutto speciale con il Centro Sperimentale - ha detto Marco Bellocchio che era seduto insieme a lui e a Gianluca Farinelli di fronte ad una platea gremita - per qualche anno vi ho anche insegnato. All'epoca iniziai come attore ma fu Camilleri, che era insegnante, a consigliarmi di fare successivamente il corso come regista". Entrambi, presenti al Cinema Ritrovato, sono stati invitati allo stesso desk dal direttore Farinelli per assistere ad un dialogo che li vede entrambi manager di due istituzioni importanti del cinema pubblico: il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale e la Cineteca di Bologna. "È molto importante quello che ha fatto Sergio - ha detto Bellocchio - aprendo il Centro per la prima volta a tutti con i giorni della Diaspora degli Artisti in Guerra: se vorrà, in futuro, in questa direzione, sarei lieto di poter collaborare in qualche modo". "La scelta della Diaspora - ha detto Castellitto - nasce dall'idea di mettere la "carne del dolore del mondo" al centro di un evento con il quale aprire per la prima volta le porte della Scuola e della Cineteca al mondo esterno e non solo ai 260 allievi che la frequentano ogni giorno e tra i quali ci sono i talenti del cinema italiano di domani. Risultato: abbiamo avuto più di 700 persone al giorno, per la metà sotto i 30 anni". Farinelli ha sottolineato anche le analogie artistiche e gli incroci biografici: entrambi hanno iniziato come attori e sono diventati registi, hanno fatto due film insieme, L'ora di religione e Il regista di matrimoni ed ora entrambi, senza essere manager, si ritrovano a capo di due istituzioni cruciali per la preservazione, la conservazione e il restauro del patrimonio cinematografico. "Ma io non faccio quasi niente - ha detto Bellocchio - Bologna dispone di una macchina organizzativa incredibile". "Io non sono nato manager e non morirò tale, ma sto scoprendo quanto è difficile esserlo continuando ad occuparsi fondamentalmente di cultura". E sul set, come è stato il loro incontro? Il ricordo più suggestivo è di Bellocchio ma riguarda da vicino Castellitto. "La famosa bestemmia di L'ora di religione: una bestemmia ripetuta due volte. Cosa ci può essere dopo qualcosa del genere? Sergio ha avuto questo gesto spontaneo, fraterno, toccante di abbracciare il fratello dopo quella imprecazione così disperata. Non c'era in sceneggiatura e non gli ho suggerito io di farlo. Ma ha dato a quella scena un accento ed una intensità uniche e gli sono grato per questo".
D.Schlegel--VB