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Il tumore del colon-retto ora è visibile dal sistema immunitario
Terapia sperimentata in Usa su 18 pazienti
Una nuova tecnica ha permesso per la prima volta di rendere il tumore del colon-retto 'visibile' dal sistema immunitario e dunque vulnerabile al suo attacco tramite immunoterapia: un risultato importante dal momento che questo trattamento, efficace in altre forme di cancro come melanoma e tumore del rene, per il colon-retto funziona in meno del 5% dei casi. Il risultato, pubblicato sulla rivista Cancer Cell, si deve allo studio internazionale guidato dall'Italia con Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare Airc di Milano e le Università di Torino e Milano, al quale hanno partecipato anche Ospedale San Raffaele di Milano, Istituto Oncologico di Candiolo (Torino) e l'azienda milanese Cogentech. La tecnica è stata anche sperimentata negli Stati Uniti su 18 pazienti, con risultati incoraggianti. "Da circa 10 anni nei nostri laboratori studiamo una categoria di tumori che hanno un sistema di riparazione del Dna difettoso", dice Alberto Bardelli, direttore scientifico di Ifom e professore nell'Ateneo torinese, che ha coordinato i ricercatori insieme a Giovanni Germano, di Ifom e professore all'Università di Milano. "Questi tumori sono particolari - continua Germano - perché a causa di questo difetto accumulano centinaia di mutazioni che richiamano l'attenzione del sistema immunitario". L'obiettivo era, dunque, rendere il tumore del colon-retto, considerato 'freddo', più simile a questa tipologia detta 'calda', che le cellule immunitarie possono attaccare più efficacemente. La svolta è arrivata studiando il mix di due farmaci: la temozolomide, che danneggia il Dna delle cellule tumorali, e il cisplatino, che forma invece legami con il Dna. Per sfuggire all'azione distruttiva di questa coppia, le cellule tumorali riducono la loro capacità di riparare i danni al Dna, ma questo meccanismo di difesa si trasforma in un punto debole: "Le cellule accumulano un numero elevatissimo di mutazioni - conclude Germano - e così si rendono riconoscibili e attaccabili dal sistema immunitario".
B.Baumann--VB