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Virus sinciziale, in Usa fino al 77,5% dei bimbi protetti
Studi, ancora forti differenze tra le diverse fasce popolazione
Negli Stati Uniti, cresce la quota di neonati protetti dal virus respiratorio sinciziale grazie alla somministrazione del vaccino alla madre durante la gravidanza o dell'anticorpo monoclonale nirsevimab subito dopo la nascita. Questo beneficio, però, sembra al momento appannaggio soprattutto di alcune fasce della popolazione, specie quelle che hanno un'assicurazione sanitaria. È quanto emerge da due studi pubblicati nel giro di pochi giorni sulle riviste Jama Network Open e Vaccine. Il primo studio, condotto da ricercatori del consorzio sanitario Kaiser Permanente Northern California, di Oakland, su un campione di oltre 17 mila bambini nati tra ottobre 2023 e marzo 2024 coperti da pacchetti assicurativi, ha rilevato che il 77,5% di loro era protetto dal virus. "Questo studio è stato limitato a una popolazione assicurata e potrebbe non essere generalizzabile", scrivono i ricercatori. Ipotesi che sembra confermata dal secondo studio, che mostra come nello stesso periodo, nello stato del Wisconsin, solo il 36% dei bambini fosse protetto dal virus respiratorio sinciziale (il 17,2% grazie alla vaccinazione materna e il 18,2% grazie alla somministrazione dell'anticorpo monoclonale nirsevimab). "Questi risultati suggeriscono che sono necessari maggiori sforzi su più fronti per garantire un accesso equo e tempestivo a entrambi i prodotti contro il virus respiratorio sinciziale e aumentare il numero di neonati protetti dal virus", concludono i ricercatori.
H.Weber--VB