-
Prezzo oro poco mosso, Spot scambiato a 4.037 dollari
-
Raid russi sulla regione ucraina di Sumy, almeno 3 morti
-
Hamas, raggiunto accordo, grazie a mediatori e Trump
-
Media, ostaggi liberi in una sola volta, senza cerimonie
-
Media, gli abitanti di Gaza festeggiano per le strade
-
Netanyahu, ringrazio Trump, sacra missione liberare rapiti
-
La firma dell'accordo di pace domani alle 11
-
Trump,Israele e Hamas hanno firmato la prima fase del piano pace
-
Axios, un accordo su Gaza forse già stasera
-
Giorgetti, intendiamo prorogare detrazione 50% su prima casa
-
Egonu, 'grazie a vittorie sportive passi avanti contro razzismo'
-
Sci: consorzio Val di Fiemme-Obereggen presenta novità 2025-2026
-
Giorgetti, 'Pil in accelerazione, ma stima anno prudenziale'
-
Fed, 'appropriato ridurre ulteriormente i tassi quest'anno'
-
80% italiani fa fitness per il benessere mentale e psicologico
-
Al via il più grande e potente osservatorio per i raggi gamma
-
Calcio: Lazio; distorsione alla caviglia destra per Dia
-
Pallavolo: De Giorgi ad Anzani, "Ritiro? Ora gioca poi parliamo"
-
Red Bull dance your style, a Los Angeles la finale mondiale
-
Seeing Red di Montezemolo arriva a Roma tra ministri e campioni
-
Intrattenimento virtuale in Rsa, Progetto Ciao! arriva in Spagna
-
Premiati al Tevere Remo a Roma giovani atleti di Valore Olimpico
-
Tron: Ares, Leto guerriero in IA scopre il mondo reale
-
A Rovigo un nuovo laboratorio per l'Einstein Telescope
-
Il gas chiude in rialzo ad Amsterdam (-1,64%)
-
Il Lac di Lugano festeggia 10 anni con Chung e il jazz
-
Rsu Teatro La Fenice, sciopero venerdì 17 ottobre
-
Iveco inaugura una pista prove rinnovata in Germania
-
Borsa: Milano chiude in rialzo +0,9% con Prysmian
-
Wagner avvicina Santa Cecilia e Opera Roma, nasce collaborazione
-
Nicole Kidman regina della moda sulla copertina di Vogue
-
L'Ue getta le basi per istituto scientifico virtuale per l'IA
-
'Cinevox ReFramed', musica del cinema d'autore
-
Manfredi, pallavolo realtà che educa e forma
-
A Mattarella medaglie, pallone e maglie autografate Italvolley
-
Vince il Nobel ma ha il telefono staccato, lo scopre in ritardo
-
Velasco a Mattarella, "lo sport è una scuola di democrazia"
-
Mattarella commosso a azzurre e azzurri volley, "formidabili"
-
Locasciulli, 'Club Tenco ultimo baluardo della canzone d'autore'
-
Bonfiglio, pallavolo modello per tutto lo sport italiano
-
De Giorgi a Mattarella 'la nostra un'Italia che sa includere'
-
Riforma Tuf, Hogan Lovells, riaffermata centralità Consob
-
Una moneta per celebrare sapori e bellezze del Piemonte
-
Ricercatrice Università di Padova premiata agli Eni Awards
-
Rockin'1000 debutta negli Stati Uniti il 31 gennaio 2026
-
Georgieva all'Ue, basta belle parole, agire su competitività
-
Scarpetta, 'sì agli psicologi a scuola, preveniamo il disagio'
-
Destra Usa all'attacco contro il nuovo Paul Thomas Anderson
-
Manifestazioni a Capitol Hill contro i tagli di Trump alla Nasa
-
Le Pen, 'ora basta, la farsa è durata abbastanza'
Architettura fascista, potere
L’architettura fascista fu molto più di uno stile: fu un linguaggio politico. Nacque dall’incrocio tra razionalismo e classicismo semplificato, puntando su simmetria, monumentalità, ordine e materiali “romani” come il travertino. L’obiettivo non era soltanto costruire edifici, ma scolpire nell’immaginario collettivo un’idea di Stato forte, moderno e al tempo stesso erede dell’antica Roma. Le facciate nude, le proporzioni rigorose, gli assi prospettici per parate e adunate servivano a trasformare la città in palcoscenico della propaganda, dove la forma architettonica legittimava il potere.
Caratteri e messaggi di uno stile “civile”
Linee pulite, volumi severi, piazze ampie, porticati seriali: la grammatica formale fu pensata per comunicare disciplina, efficienza, eternità. L’assenza di ornamento non era neutralità, ma retorica dell’essenziale. Le scritte monumentali, i motti incisi nella pietra, le statue-icona di lavoratori e atleti completavano la narrazione del “nuovo italiano”. In questo quadro, la romanità venne brandita come codice visivo e ideologico: archi ripetuti, colonnati, assialità richiamavano il passato imperiale per proiettare il regime nel futuro.
La città come teatro: sventramenti, assi e piazze
Per rendere visibile il potere, si rimodellarono interi brani di città. A Roma, la nuova arteria Via dell’Impero (oggi Via dei Fori Imperiali) fu inaugurata nel 1932 come trionfale prospettiva tra Piazza Venezia e Colosseo, asse ideale per sfilate e coreografie di massa. Quartieri storici furono demoliti e popolazioni spostate alla periferia: l’urbanistica diventava regia politica, organizzando lo spazio perché il potere potesse mettersi in scena davanti alle folle.
Le “città di fondazione”: vetrine dell’efficienza
Il regime costruì nuove città in territori bonificati (Littoria/Latina, Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Pomezia). Impianti urbani razionali, piazze gerarchiche, torri littorie e Case del Fascio al centro esponevano un modello “dimostrativo”: ordine sociale, produttività agricola, servizi pubblici, tutto sotto il segno dell’autorità. Erano cantieri-propaganda che promettevano modernità misurabile, fotografabile, celebrabile.
Edifici simbolo: quando la forma diventa slogan
EUR e Palazzo della Civiltà Italiana (“Colosseo Quadrato”): progettato alla fine degli anni Trenta per l’Esposizione Universale del 1942, condensa romanità e razionalismo in una macchina comunicativa perfetta. Le sequenze di archi, il rivestimento in travertino, l’iscrizione epigrafica lungo il coronamento: tutto parla di grandezza nazionale. Oggi l’edificio ospita la sede di una maison di moda, esempio di riuso che ha riacceso il dibattito su come trattare l’eredità fascista.
Casa del Fascio di Como (Giuseppe Terragni): manifesto del razionalismo italiano, è una scatola rigorosa di vetro e marmo che rende “trasparente” l’istituzione del partito. Pianta regolare, facciate reticolari, interni a doppia altezza: l’architettura si fa dispositivo di controllo e rappresentazione, con la piazza come proscenio politico.
Foro Italico (già Foro Mussolini): complesso sportivo pensato per educare il corpo e celebrare la virilità nazionale. L’obelisco di Carrara con l’iscrizione “MUSSOLINI DUX” segna ancora l’ingresso: un monolite-manifesto che rende indelebile l’intento celebrativo del luogo.
Propaganda immersiva: mostre, sport, quotidiano
La forza del messaggio non risiedeva solo nelle pietre. Il regime orchestrò grandi mostre come la Mostra della Rivoluzione Fascista (1932–34), esperimenti spettacolari di comunicazione politica con allestimenti avanguardistici, luci, grafica, reperti e narrazione epica. Lo sport – dallo stadio alla palestra – fu capillare infrastruttura del consenso, mentre Case del Fascio, dopolavori, scuole e uffici governativi portarono l’estetica del potere nella vita di tutti i giorni. La ripetizione capillare di forme e rituali edificò un “ambiente totale” che insegnava visivamente chi comandava.
Perché funzionò come strumento di potere
- Legittimazione storica: collegando la modernità alla Roma imperiale, il regime rivestì di “destino nazionale” scelte politiche e autoritarie.
- Coreografia di massa: assi, piazze e tribune trasformavano la cittadinanza in pubblico e il leader in attore dominante di una liturgia laica.
- Pedagogia quotidiana: dal municipio alla scuola, l’architettura rendeva tangibili disciplina, produttività, gerarchia.
- Dimostrazione di efficienza: bonifiche, città nuove, infrastrutture e grandi cantieri costituivano prove visive della capacità del regime di “fare”.
- Perdurante visibilità: la robustezza formale e materiale ha garantito lunga vita a molte opere, con conseguente capacità di influenzare memoria e dibattiti fino a oggi.
Eredità, riusi e controversie
Dopo il 1945, molti simboli furono rimossi o ricontestualizzati; altri rimasero in piedi e sono stati riusati (uffici, musei, sedi aziendali). In Italia il quadro giuridico ha perseguito apologia e manifestazioni neofasciste, mentre la giurisprudenza recente ha precisato limiti e condizioni del reato. L’Obelisco del Foro Italico continua a suscitare discussioni su rimozione, musealizzazione o letture critiche in situ. Più in generale, la gestione dell’eredità costruita oscilla tra tutela storico-artistica, memoria delle vittime e rischio di normalizzare un’estetica nata per celebrare un regime autoritario.
Conclusione
L’architettura fascista non è solo “stile del Ventennio”. È un sistema di segni progettato per fabbricare consenso, disciplinare i corpi e naturalizzare il potere. Le sue pietre raccontano come lo spazio possa essere usato per convincere, incantare e comandare. Capirne i meccanismi è indispensabile per leggere criticamente l’oggi: perché quando la forma si mette al servizio del potere, la città diventa il suo megafono più persuasivo.

Hansel e Gretel: La bufala

Crack per sentirmi forte

Che cosa sente il Corpo in RM?

Ivana: Dal buio del Fentanyl

Sardegna: Vita da Minatori

Cecot, il carcere Conteso

Capaci: Ricostruzione 3d

Dentro la Cabina di Linea

Bikini: Cosa andò Storto

Dialoghi di Scienza: Etologia

Bere Acqua di Mare fa male
