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Hannigan, mio debutto podio e voce con Filarmonica della Scala
"Nel mio settore siamo poche donne, ho responsabilità"
(di Bianca Maria Manfredi) Barbara Hannigan ha qualcosa di unico. Lei dice "non convenzionale" pensando al suo repertorio e alla sua carriera di cantante, direttrice d'orchestra e ballerina. Cosa sia la sua unicità, il pubblico potrà scoprirlo domenica quando debutterà in concerto con la Filarmonica della Scala nel doppio ruolo di soprano e direttrice d'orchestra in un programma che unisce Le Metamorphosen di Richard Stauss e La Voix Humaine di Poulenc, monologo di una donna al telefono con l'amato che l'ha abbandonata. "Sono due pezzi che riguardano la memoria e la nostalgia, perdite dolorose e cuore spezzato" racconta. Con la Filarmonica è reduce dalla prima prova solo con gli archi, una sorta di "primo appuntamento" andato bene. "Hanno un suono meraviglioso, una qualità altissima. La relazione con loro è stata subito facile". La Voix Humaine è uno dei suoi cavalli di battaglia. La canta dal 2015 e dal 2021 la dirige anche in una versione in forma di semi-concerto, dove immagini proiettate su tre maxischermi sottolineano lo svolgimento. La fa da tanto, quindi, ma mai nello stesso modo. "Entro nel flow, ogni volta è diverso. Per questo se faccio tre repliche in una settimana c'è anche chi viene a vederle tutte e tre", spiega. Di certo negli anni la sua visione è cambiata. "Credo che lei sia diventata più forte come personaggio e quindi anche più vulnerabile. E non ho ancora deciso se la relazione di cui parla ci sia stata o no, per lei è importante vivere nella fantasia. Quello che importa è la verità di quello che prova". Il personaggio è "molto attuale", assicura. Difficile non chiederle qualcosa sulla condizione femminile oggi. "Io non mi sveglio la mattina pensando al mio gender ma - ammette - sono consapevole di essere una minoranza in quello che faccio, minoranza fra i direttori, minoranza fra i direttori che cantano, e anche fra i direttori che cantano e ballano. E sento la responsabilità di essere coerente con me stessa: con la leadership viene il potere che va usato saggiamente. In questo modo si possono cambiare le cose". Questa versione della Voix multimediale del 2021 - di cui lei stessa ha firmato la regia e i video con Denis Guéguin e Clemens Malinowski - è un esempio del suo essere non convenzionale, della sua capacità di cambiare le cose. Diventata un classico richiesto da più teatri, è stata fra l'altro portata in scena al festival di Spoleto e dopo la Scala debutterà anche con la New York Symphony. Ma nel repertorio di Hannigan ci sono i brani che ha scritto per lei John Zorn, l'album Electric Fields realizzato con il duo pianistico Katia and Marielle Labèque, gli incroci con il jazz, Haydn. E nel breve futuro la direzione della Iceland Symphony e il balletto coreografato da Sasha Waltz che sarà nella prossima stagione dello Scapino Ballet di Rotterdam, in cui lei danzerà, e una serie di prime mondiali. Oltre al premio Polar Prize vinto lo scorso marzo, il 'nobel' svedese della musica che prima di lei hanno vinto fra gli altri Paul McCartney, Pierre Boulez, Stockhausen e i Led Zeppelin. "È un momento di arrivo per la mia vita, ma non significa che è finita. Ora continuo con un po' più di coraggio nel fare quello che voglio, nell'essere vera con me stessa. Mi ha dato del combustibile in più" dice spiegando che in futuro potrebbe anche dirigere un'opera 'in buca', ipotesi di cui sta parlando con vari teatri, ma in questo caso, avvisa, ci dovrà essere "un progetto costruito con attenzione" sapendo chi saranno regista e cast prima di accettare.
J.Sauter--VB