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Dio e dubbi fede ispirano la notte degli Oscar
verso l'edizione 2025 ma non in ossequio a Trump
(di Alessandra Baldini) La fede in Dio e i dubbi sulla fede ispirano la notte delle stelle: con gli Oscar 2025 alla volata finale, almeno tre dei film candidati almeno tre - Conclave, The Brutalist e A Real Pain - trattano temi direttamente o indirettamente collegati alle religioni. Non succedeva da anni, ma non in omaggio all'approdo alla Casa Bianca di un presidente come Donald Trump che si considera investito da Dio e con la resurrezione della destra cristiana. Il film di Edward Berger sulla successione papale, che ha trionfato ieri notte ai Sag e la settimana prima ai Bafta pur avendo finora ricevuto tiepida accoglienza nella stagione dei premi, a commentatori vicini a Trump come Megyn Kelly non e' affatto piaciuto anche a causa alla sorpresa finale che ha provocato discussioni e polemiche. Le volte della Sistina ricostruite a Cinecitta' non sono le sole immagini a sfondo religioso che hanno fatto da sfondo a film in gara la notte del 2 marzo: Adrien Brody, favorito tra i migliori attori per The Brutalist, prega due volte in sinagoga e la cappella dell'architetto sopravvissuto all'Olocausto Laszlo Tóth, anziche' un omaggio alla madre del mecenate Harison Lee Van Buren con la croce invertita sul soffitto che miracolosamente si illumina su un altare di marmo di Carrara, e' in realta' una metafora di cemento delle sofferenze degli ebrei culminate nello sterminio nei lager. La Shoah e' il tema dominante di sottofondo anche di A Real Pain su due giovani cugini ebrei in viaggio in Polonia: in corsa per la migliore sceneggiatura di Jesse Eisenberg e Kieran Culkin, frontrunner come miglior non protagonista, la riflessione spirituale stavolta e' sul trauma multigenerazionale a decenni dal genocidio. Non succedeva da anni che Hollywood affrontasse così di petto temi religiosi: dopo Spotlight che nel 2015 vinse come Best Film per aver esposto le molestie sessuali dei preti nella Chiesa cattolica, I Due Papi di Fernando Meirelles del 2019 (tre nomination per Anthony Hopkins e Jonathan Price e la sceneggiatura) non e' riuscito a sforare la categoria piu' prestigiosa. Quanto ai film religiosi del cattolicissimo Martin Scorsese (Kundun su un Dalai Lama, L'Ultima Tentazione di Cristo e Silenzio sui gesuiti in Giappone) non hanno ricevuto neanche una candidatura.
K.Hofmann--VB