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Bianca e Falliero al Rof, debutto tra gli applausi
Al via 45/a edizione, ovazione per cast e direzione d'orchestra
(di Federica Acqua) Applausi e ovazioni accompagnate dal battere dei piedi di parte del pubblico sul pavimento hanno accolto ieri sera nel neo Auditorium Scavolini di Pesaro appena restituito alla città il debutto di Bianca e Falliero, titolo inaugurale del 45/o Rossini Opera Festival. A beneficiarne, anche a scena aperta durante i passi più significativi e impervi dell'esecuzione, sono stati soprattutto i cantanti con in testa Jessica Pratt, una Bianca ineccepibile sia sul piano vocale che interpretativo, capace di arrivare brillantemente in fondo ad un'opera massacrante che la vede incessantemente sul palco per tre ore. Applausi convinti anche a Dmitry Korchack (Contareno), tenore di vaglia ormai di casa al Rof, come ad Aya Wakizono (Falliero en travesti) al debutto nel ruolo, che ha affrontato con sicurezza sempre crescente man mano che lo spettacolo procedeva strappando un lungo battimani a scena aperta all'inizio del secondo atto. Molto apprezzati anche Giorgi Manoshvili (Capellio), Nicolò Donini (Priuli), Carmen Buendìa (Costanza) e Dangelo Diaz (Cancelliere). Consensi anche per il maestro Roberto Abbado sul podio dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Ma, nonostante l'ottima prova del cast e del Coro del Teatro Ventidio Basso, presente in otto numeri degli 11 della partitura, i cantanti non sono stati richiamati in scena dopo la chiusura del sipario, forse a causa della natura stessa dell'opera rossiniana, piuttosto tradizionale e con rari guizzi, e della regia di Jean-Louis Grinda che non ha convinto tutti. Questi, al debutto nel titolo e al Rof, ha voluto ambientare la vicenda che nell'originale si svolge a Venezia nel XVII secolo sullo sfondo delle lotte contro la Spagna culminate con la congiura di Bedmar (1618), tra gli anni '40 e '50 del novecento. Uno schermo posto sulla scena che trasmette immagini di guerra riferite a quel periodo, serve a fissare all'inizio il climax della rappresentazione che per il resto si svolge grazie a pannelli mobili che simulano i muri di un'abitazione tra il palazzo di Bianca e piazza San Marco, indicata quest'ultima con una proiezione video sul fondo del palco. Qui tra personaggi vestiti anni '50 (costumi di Laurent Castaingt) si consuma l'amore osteggiato tra l'irruento vincitore sugli spagnoli Falliero e la bella Bianca che il padre Contareno ha promesso per interesse personale al ricco Capellio. Falliero cerca d'impedirne il matrimonio e va segretamente a trovare la bella ma, all'arrivo imprevisto del genitore, fugge improvvidamente attraverso il muro del vicino palazzo dell'ambasciata spagnola e accusato di tradimento viene condannato a morte. Sarà poi graziato grazie all'intervento dell'amata con un imprevisto lieto fine, più congeniale secondo Rossini alle attese del pubblico. Ma non secondo Grinda che, spiegando la sua posizione in un incontro, ha dichiarato incongruente il cambiamento psicologico di Contareno, vero padre padrone e membro del Consiglio che deve giudicare Fallerio. Perciò ha fatto apparire tra i personaggi dell'opera la madre di Bianca, quasi un fantasma piegato ai voleri del marito, ad esemplificare l'infausta sorte della futura sposa e figlia, che vivrebbe il lieto fine non nella realtà ma nella sua immaginazione. Tuttavia, in scena, questo cambiamento non si percepisce chiaramente e la rappresentazione resta una cornice di buon gusto ad una grande sfoggio di talenti belcantistici. Scene di Rudy Sabounghi. Repliche dello spettacolo l'11, il 14 e il 19 agosto.
R.Kloeti--VB