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Rupert Everett, per fortuna oggi più sensibilità su temi Lgbtqi+
'Avrei recitato con Costanzo. Quanto devo alla bellezza? Molto'
"Mi dispiace non lavorare più nel cinema italiano. Mi sarebbe piaciuto avere una parte nel film Finalmente l'alba di Saverio Costanzo, ma è stato scelto Willem Dafoe, avrei voluto io quel ruolo". Rupert Everett, attore tra i più amati della sua generazione, confessa il suo rimpianto a Torino dove ha ricevuto la Stella della Mole. È il premio che il Museo Nazionale del Cinema attribuisce a personalità che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema e non solo. La stella consegnata a Everett è rosa perché la riceve al festival Lovers, diretto da Vladimira Luxuria e dedicato alla tematiche Lgbtqi+. "Oggi c'è un maggiore sensibilità su questi temi, per fortuna", sottolinea l'attore che nel 1989 ha dichiarato apertamente la sua omosessualità. "Adoro Torino, sono venuto tante volte, ho tre grandi amici torinesi, Enrico, Noemi e Laura. E poi qui avevo una storia d'amore negli anni 80, venivo dalla Francia per lui, è durata un anno" racconta l'attore. "Quanto devo alla mia bellezza? Direi moltissimo. Inglese, giovane con quei capelli. Oggi non mi piace guardarmi allo specchio, ero molto ossessionato dal mio viso da piccolo. Poi ho detto basta" spiega Rupert Everett che oggi vive in Inghilterra, con la mamma che ha 92 anni e con due cani, Pluto e Harry. Tra i tanti registi dei suoi film dice di preferire Ridley Scott, mentre non gli è piaciuto lavorare con Mike Newell, regista di Ballando con uno sconosciuto. "Ha detto che non era facile lavorare con me, anzi che era impossibile. Triste perché subito dopo ha fatto Quattro matrimoni e un funerale e io avrei voluto esserci".
A.Kunz--VB