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Api da miele contro selvatiche, studiate le cause declino specie
Ricerca degli atenei di Firenze e Pisa sull'isola di Giannutri
La competizione tra api da miele e api selvatiche è il focus della ricerca condotta negli ultimi quattro anni sull'isola di Giannutri, dall'Università di Firenze e di Pisa e pubblicata sulla rivista Current Biology. "Si tratta del primo studio che è riuscito a evidenziare come la concorrenza tra ape mellifera e altre specie di api si possa risolvere in favore delle prime, specialmente in aree ristrette senza le risorse floreali sufficienti per tutte le specie selvatiche e gestite" spiega il docente di zoologia Leonardo Dapporto, referente scientifico Unifi della ricerca. L'indagine è partita dalla constatazione che l'ape da miele allo stato selvatico e molte delle altre api siano in forte declino a causa di molteplici fattori di natura umana: la distruzione degli habitat, lo sfruttamento degli ambienti, l'uso di pesticidi, i cambiamenti climatici e la diffusione di specie aliene e invasive. "Nel nostro studio - spiega Dapporto - abbiamo utilizzato l'intera isola di Giannutri, dove l'ape mellifera non è presente allo stato selvatico, come un laboratorio a cielo aperto per valutare un possibile effetto negativo di una grande densità di api da miele gestite dagli apicoltori sulle api selvatiche, che costituiscono parte fondamentale degli impollinatori naturali dell'isola". Secondo Dapporto l'effetto delle api da miele "potrebbe verosimilmente essere la causa del forte declino degli impollinatori selvatici da noi osservato negli ultimi quattro anni. Parliamo di un calo dell'80%, quasi un'estinzione". In base a questi dati il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano ha deciso di non confermare le autorizzazioni per condurre l'apicoltura sull'isola di Giannutri (Grosseto). I ricercatori sono già tornati sull'isola per osservare se, nel lungo periodo, l'assenza di api da miele gestite si tradurrà in un incremento delle altre specie di apoidei impollinatori.
H.Kuenzler--VB