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Corridoio indo-europeo si allarga, all'Egitto un ruolo chiave
Inviato speciale Italia per l'Imec in visita al Canale di Suez
Il Corridoio India-Medio Oriente-Europa (Imec) vede nell'Egitto un tassello fondamentale per la sua realizzazione, apre a nuovi partner e si trasforma in network, anche in vista di una sua estensione in Africa in chiave Piano Mattei. Lo ha detto l'inviato speciale dell'Imec per l'Italia, Francesco Talò, a margine di una sua visita al Cairo e al Canale di Suez. Il Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa è un progetto infrastrutturale multinazionale che mira a dare una nuova prospettiva al commercio mondiale, collegando il Mediterraneo all'Oceano. Una direttrice che oggi trova non pochi ostacoli nella situazione mediorientale ma che, facendo capo a una rete più vasta, collegata anche da profonde radici culturali, può trovare un nuovo e concreto impulso. "Abbiamo riscontrato un grande interesse da parte dell'Egitto a far parte di questo disegno - ha detto Talò - e altrettanto ne ha l'Italia per un suo coinvolgimento", nell'ambito di una rete creata nel 2023 durante il G20 di Nuova Delhi con partner principali India, Usa, Paesi del Golfo e gli europei di Italia, Francia e Germania. Ad incoraggiare un allargamento dei partner dell'iniziativa, tra i quali - sottolinea Talò - nessuno è predominante, la battuta d'arresto subita dal progetto dopo lo scoppio della guerra a Gaza, e l'affermarsi di un quadro commerciale che richiede ambiti sempre più vasti. "Il Mediterraneo senza il Canale di Suez sarebbe un lago", estremizza l'inviato speciale, rimarcando, per contro, le possibilità aperte da una collaborazione che coinvolga l'Egitto e i Paesi vicini. Lo sapevano bene gli antichi, dallo scavo iniziato dal faraone Sesostri al suo completamento nel 55 a.C. da parte del re dei Persiani Dario. Il porto egiziano di Damietta è già da un anno collegato con quello di Trieste dando un sostanziale contributo all'interscambio tra i due Paesi, e il Cairo - insiste - è la porta dell'Africa e del Medio Oriente, come Trieste lo è per l'Europa centrale, il Baltico e il mar Nero. "Vogliamo che l'approccio al Corridoio sia aperto e inclusivo, e che dia nuove opportunità nel trasporto di merci come nell'energia e nel digitale", settori in cui l'Egitto si va sempre più affermando. E Suez? "La crisi passerà, sappiamo tutti che è una infrastruttura imprescindibile". E che l'Africa è una priorità per l'Italia. "Non dobbiamo stare ad aspettare che le cose si aggiustino - conclude Talò - ma essere parte attiva perchè cambino in meglio".
A.Kunz--VB