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Cub, emendamento decreto Ilva rischia ritorno a gabbie salariali
'Rischio dumping salari e concorrenza a ribasso tra lavoratori'
Un emendamento al Decreto Ilva, presentato da Fratelli d'Italia in Senato, potrebbe determinare il ritorno delle "gabbie salariali", cioè alla retribuzione dei lavoratori dipendenti collegata al costo della vita nel luogo di lavoro. E' quanto sostiene la Cub annunciando proteste nei luoghi di lavoro e presidi davanti a Palazzo Madama, la prossima settimana quando potrebbe essere approvata la norma. Con l'emendamento in questione, "al comma 3, si stabilisce che il giudice può determinare la retribuzione solo se venga accertata la grave inadeguatezza dello standard retributivo stabilito dal contratto collettivo di lavoro per il settore e la zona di svolgimento della prestazione, tenuto conto dei livelli di produttività del lavoro e degli indici del costo della vita, come accertati dall'Istat". Al comma 4, si "prevede che il Giudice, accertata la grave inadeguatezza di cui al comma 3 e indicata la retribuzione proporzionata e sufficiente di cui all'articolo 36 della Costituzione, non può condannare il datore di lavoro al pagamento di differenze retributive o contributive per il periodo precedente" a quando il lavoratore ha manifestato la propria rivendicazione, se lo stesso datore di lavoro "ha applicato lo standard retributivo previsto dal contratto collettivo stipulato..per il settore e la zona di svolgimento della prestazione". "E' evidente - denuncia il sindacato - il rischio che il Giudice, superando previsioni dei contratti nazionali, possa arrivare a dover differenziare le retribuzioni dei lavoratori, sulla base del luogo di lavoro ove si è svolta la prestazione da parte del lavoratore, favorendo, di fatto, una differenziazione salariale com'era previsto con le gabbie salariali. Un pericoloso ritorno al passato che va sventato, pena il rischio di favorire un dumping salariale e una concorrenza al ribasso tra lavoratori all'interno dello territorio nazionale".
M.Betschart--VB